Tea, la pit bull da riabilitare

Accadde lo scorso Settembre 2012.
Tea, una femmina di American pit bull terrier (APBT) adulta, appartenuta a un pregiudicato e affidata in custodia al Canile di Villotta, aggredì un’operatrice del canile medesimo.
Non conosco la storia di Tea e nemmeno come sia realmente stata cresciuta; solo ipotesi…
Da istruttore cinofilo, ho ascoltato il racconto dell’accaduto, descritto da un’altra operatrice, che nel momento del fatto era nel box con la dipendente aggredita ed è emerso che, effettivamente, la persona in questione aveva paura di quel cane.
Non è riuscita a mantenere la calma e l’osmosi emozionale negativa ha prevalso.
La rilevanza però l’ha ciò che leggo in Tea.
Con tutta probabilità, ha un vissuto scombussolato; è ipotizzabile che la sua socializzazione non sia avvenuta in maniera del tutto corretta sin da cucciola e che probabilmente il precedente proprietario non fosse all’altezza di una razza di questo tipo.
A Tea, infatti, non piace essere accarezzata (e ha paura delle mani), cosa che, invece, di solito, un pit bull apprezza.
A questo proposito, dobbiamo dire che le persone, prima di prendere un cane di qualsiasi razza, dovrebbero documentarsi per conoscere quali siano le attitudini, le  motivazioni, i pregi e difetti di ogni particolare razza anziché limitarsi all’aspetto estetico.
La stessa cosa vale per i meticci che si adottano nei canili: è il personale del canile che, conoscendo ogni animale, è in grado di consigliare un cane piuttosto che un altro secondo le caratteristiche personali e di vita dell’adottante.
I cuccioli vanno seguiti, educati e socializzati sin dai primi mesi di vita e ogni proprietario dovrebbe seguire un corso di educazione effettuato da un professionista accreditato, che serve a completare un corretto approccio con il nostro amico a quattro zampe. Anche un Beagle ha le proprie necessità, ma sovente noi esseri umani ci basiamo solo sull’aspetto esteriore…
Dunque, per tornare a Tea, anche il pit bull ha una particolare comunicazione con l’umano e pertanto è fondamentale imparare a “capirsi”.
L’american pit bull terrier è una razza veramente pro-sociale nei confronti dell’essere umano, mentre è parecchio intollerante nei confronti dei conspecifici (soprattutto dello stesso sesso) e con una forte motivazione predatoria.
I pitbull sono cani particolarmente predisposti ad aiutare gli esseri umani nei progetti di attività assistite con gli animali (pet-therapy) e, pertanto, quando un pit bull morde un essere umano, ci sono sempre nel rapporto dei motivi di fondo da analizzare attentamente.
Tea ha aggredito ma non è un cane killer e, dopo una decina circa di ” lezioni “, circa, ora quando entro nel suo box, lei é come un cucciolo desideroso di interagire con il suo amico umano e come tale si comporta, chiedendo attenzioni e appoggio .
Insieme, facciamo giochi di fiuto, qualche esercizio di educazione nel pieno rispetto reciproco, alle volte stiamo semplicemente sedute sulla sua panca in rilassatezza; poi mi alzo, le regalo l’osso di cui va molto ghiotta, che prende delicatamente e con consenso, la saluto e mi dedico ad altri ospiti del rifugio.
Un futuro in una gabbia non è la soluzione corretta per un cane che ha solo avuto la sfortuna di essere cresciuto da persone irresponsabili perciò è bene si sappia che anche cani che ingiustamente hanno una ” brutta fama ” possono essere affidati senza pericolo dai canili a nuovi adottanti se nelle strutture di accoglienza come il Rifugio di Villotta (PN) e come previsto anche dalla nuova legge regionale n. 20 dell’11 ottobre 2012, si dispone di figure professionali come l’istruttore e l’educatore cinofilo capaci di riabilitare animali provenienti da esperienze di vita negative per poi affidarli a richiedenti seri e disponibili ad accettare un training formativo e informativo sul corretto comportamento da tenere con questi animali.