Molte persone lamentano che il proprio compagno a quattro zampe non ha un buon rapporto con il guinzaglio perché alcuni tirano, altri si bloccano, qualcuno va a zig zag e altri ancora lo mordono. Naturalmente questi comportamenti hanno spesso significati profondi che possono essere le aspettative quotidiane non riposte, timore e altro ancora, ma oggi mi soffermerò su questo strumento.

Proviamo a immedesimarci in loro, ad immaginare di essere noi portati al guinzaglio da qualcuno. Per fare in modo che questo possa avvenire serenamente dobbiamo fidarci di chi ci “conduce”. Il nostro accompagnatore dovrebbe avere la sensibilità e l’empatia di capire quali sono i nostri punti deboli, quali sono per esempio posti, persone o cani che ci intimoriscono o che ci inquietano. Quando scegliamo di convivere con un cane, che sia cucciolo o adulto, dovremmo fermarci a pensare che cosa significa andare al guinzaglio per un cane. Il cane deve affidarsi completamente a noi, qualsiasi cosa decidiamo di fare, e seguirci. Alle volte però anche i nostri buoni intenti, il desiderio di renderli felici, possono non essere corrisposti da quel cane.  Capita sovente che si voglia socializzare il cucciolo anche al guinzaglio, magari costringendolo a farsi toccare dagli sconosciuti. Non a tutti i cani piace farsi toccare, nemmeno ai cuccioli. Il guinzaglio quindi deve essere vissuto molto serenamente, il cane deve sentirsi protetto e a proteggerlo siamo noi, comprendendo che per il suo bene non tutti hanno il diritto di toccarlo.

Al guinzaglio non può esimersi da ciò che gli crea stress e disagio e se noi non siamo in grado di tutelarlo finiremo col perdere la sua fiducia, o non averla. In commercio esistono molti tipi di guinzagli dai più lunghi ai più corti e anche la lunghezza ha molta importanza. Spesso si pensa che usare un guinzaglio molto lungo dia libertà, ma non sempre è così perché sovente lo spazio tra noi e la fine del guinzaglio lascia il cane allo sbando, in balia di se stesso, sentendosi costretto a difendersi da solo, come sa, come può (abbaiando, ringhiando, tentando un’inutile fuga). Non è detto che un guinzaglio di tre metri non vada bene in alcuni contesti e per alcuni soggetti, ma dobbiamo essere sempre noi a valutare come può sentirsi il cane. Personalmente quelli che preferisco sono proprio i guinzagli da tre metri, detti anche “guinzagli da addestramento” quelli che hanno due moschettoni, uno per ogni capo e quindi utilizzabili a mezza lunghezza (un metro e mezzo come vuole la legge in ambiti urbani); perché anche se non è corretto portare i nostri cani in ambienti che li mettono a disagio, in momenti particolari, ma anche in situazioni di emergenza, possiamo sempre accorciare la lunghezza e farlo sentire più vicino e difeso. Certamente non sarà mai un guinzaglio a creare una relazione, ma che i nostri cani si sentano capiti anche al guinzaglio, perché abbiamo imparato a muoverci e a comunicare correttamente con loro e per loro, indubbiamente li aiuta a fidarsi di noi. Sicuramente però non sarà mai un sottile guinzaglio – collare in corda seppure bloccato, ma su un cane forte tiratore, o un guinzaglio legato al collare a strozzo, o ancora un flexi che blocchiamo e rilasciamo ripetutamente senza tenere conto di come si sente il cane (yo-yo) a fare in modo che la nostra relazione con lui migliori; questo crea dolore, stress ed emozioni negative.

Altre volte ci sono cani costretti a interagire tra consimili, che ne farebbero volentieri a meno anche da liberi, figuriamoci legati al guinzaglio. Non è necessario che si verifichi una rissa per vivere situazioni di forte stress e subire emotivamente.  Pensiamo a noi, pensiamo di essere a goderci una gita e qualcuno di cui pensavamo di fidarci ci costringe poi a interagire con persone che davvero non ci piacciono mettendoci in grande difficoltà. A volte è sufficiente una breve distanza per farci suscitare emozioni come rabbia, tristezza, paura e restare in ansia; per i cani è anche peggio perché loro non possono allontanarsi.